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23/05/2023
FIALS, sanità Basilicata senza guide |
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di Luciana Bellitti |
Il Servizio Sanitario Regionale della Basilicata versa, ormai da troppo tempo, in una gravissima condizione di cronica disfunzione, colpevolmente ed irresponsabilmente prodotta dall’inerzia e dall’incompetenza di una classe politica adusa alla sterile propaganda, piuttosto che al perseguimento degli interessi della Comunità.
Gli utenti, i professionisti sanitari ed i lavoratori tutti del Comparto Sanità non possono più tollerare che i servizi essenziali cui hanno diritto e l’integrità dell’intero Servizio Sanitario Regionale siano compromessi da omissioni, ritardi e violazione degli obblighi di legge imputabili alla negligente e improvvida gestione politica.
Nello scorso mese di gennaio il Presidente Bardi e l’Assessore Fanelli hanno illustrato le Linee Guida per la stesura del Piano Sanitario Regionale di cui ad oggi non vi è traccia, laddove è addirittura superfluo sottolineare che trattasi dell’atto di programmazione e pianificazione sanitario fondamentale e obbligatorio previsto dalla legislazione sanitaria.
In mancanza di una chiara definizione dei principali e fondamentali obiettivi programmatici è lecito chiedersi secondo quali orientamenti possano essere individuate le priorità della sanità regionale connesse all’attuazione degli investimenti del PNRR, occasione straordinaria per operare una riorganizzazione e ristrutturazione strategica e strutturale del nostro Servizio Sanitario.
L’assoluta mancanza di una visione organica e lungimirante da parte della politica regionale è testimoniata dalla protratta ostinazione a non voler provvedere alle nomine dei direttori generali dell’Azienda Sanitaria di Potenza e del CROB di Rionero, di fatto impedendo ai principali Enti sanitari della Basilicata di elaborare ed attuare scelte gestionali ed operative essenziali per il buon funzionamento e lo sviluppo della sanità lucana.
In particolare il commissariamento del CROB di Rionero, presidio di riferimento regionale per la diagnosi e cura delle patologie oncologiche, affidato al Direttore Generale dell’Asm, dott.ssa Pulvirenti, non è più tollerabile in virtù della funzione strategica dell’Istituto di ricerca, nonché dell’inevitabile inconciliabilità degli incarichi di vertice aziendale attribuiti ad una sola persona!
Peraltro, si deve evidenziare che la stessa direzione dell’Asm è stata più volte oggetto di rilievi da parte delle organizzazioni sindacali a causa delle scelte organizzative e gestionali operate dalla dott.ssa Pulvirenti, per cui sussistono forti perplessità sull’opportunità della nomina a commissario da parte della Regione.
In ogni caso è quantomai doveroso superare la gestione commissariale per mettere il CROB nella condizione di operare in completa autonomia e nell’esercizio delle proprie funzioni, nell’interesse soprattutto dei pazienti oncologici, già duramente penalizzati dai disservizi imposti durante l’emergenza pandemica.
Le aziende sanitarie devono essere affidate ad un management di riferimento anche per poter dare attuazione agli interventi previsti dal PNRR che coinvolgono i lavoratori del Comparto, al fine di garantire le stabilizzazioni e le nuove assunzioni indispensabili per l’efficienza del Servizio sanitario regionale e per avviare seriamente la contrattazione integrativa (buoni pasto, produttività, incarichi di funzione, D.E.P. ex fasce ecc..).
Non è pensabile che gli investimenti consentano la realizzazione di strutture come le Case di Comunità, gli Ospedali di Comunità e le COT, senza che siano previsti corrispondenti investimenti in termini di risorse umane con competenze multidisciplinari come richiesto dalle finalità proprie del PNRR.
A questo punto, considerato che le reiterate sollecitazioni formulate al riguardo sono rimaste inascoltate, ci si interroga se la paralisi sostanziale che ne deriva si debba all’incapacità di trovare accordi di partito, oppure sia funzionale ad un generale commissariamento del Servizio Sanitario da parte della Giunta Regionale.
L’interrogativo è d’obbligo tenuto conto dei gravi ritardi nell’attuazione delle procedure di autorizzazione e accreditamento relative all’assistenza domiciliare previste dall’Intesa della Conferenza Stato-Regioni N. 151 del 04/08/2021 e che è stata recepita con DGR n. 106/2022, il cui differimento pregiudica il diritto alla salute e la dignità di pazienti oncologici e terminali. Mentre, di contro, si procede all’affidamento del servizio di assistenza domiciliare nel territorio dell’ASP e dell’ASM, a seguito dell’indizione di una ordinaria procedura di gara, senza tenere in alcun conto la necessità che l’assistenza domiciliare venga erogata da soggetti accreditati perché in possesso dei necessari requisiti professionali, strutturali ed organizzativi adeguati alla complessità del servizio domiciliare.
Altra grave criticità è rappresentata dalla mancanza di medici specialisti, medici di base e pediatri di libera scelta, e più in generale di personale sanitario, rispetto alla quale si assiste a situazioni paradossali. Alcuni medici pur avendo chiesto di poter rimanere in servizio avendone i requisiti di legge, sono stati posti in quiescenza.
Come nel caso di reintegro citato, la Giunta Regionale deve rendere conto ai contribuenti delle spese che gravano sui conti pubblici a causa di tutti i conteziosi in cui la Regione Basilicata risulta soccombente, dovute alla gestione spesso spregiudicata degli affidamenti dei contratti pubblici.
Inoltre si devono sottolineare le criticità relative: allo snellimento delle liste d’attesa per l’accesso alle prestazioni sanitarie che compromettono il diritto alla salute dei cittadini; alla mobilità sanitaria verso altre regioni; all’esigua spesa sanitaria pro-capite che colloca la Basilicata tra le ultime regioni in Italia in materia di investimenti per il Welfare; alla risoluzione degli squilibri territoriali regionali nell’erogazione delle prestazioni sanitarie; all’equità nell’accesso alle cure, allo stato di crisi in cui versano le AIAS di Potenza e di Melfi dovuti al permanere di rilevanti elementi di criticità, non superati, che continuano a determinare sofferenze finanziarie nella gestione dei servizi “non più sostenibile” e che si ripercuotono di conseguenza, sui lavoratori, in ritardi nell’erogazione degli stipendi, nell’impossibilità di applicazione del nuovo CCNL già sottoscritto il 07/09/2022, in mancanza dell’adeguamento delle tariffe regionali. In Basilicata vigono ancora oggi le tariffe approvate con la DGR n. 1867 del 2009. Le AIAS hanno programmato la sospensione del servizio di riabilitazione Semi-residenziale a partire dal 1 luglio p.v., al fine di ridimensionare le difficoltà finanziarie, con gravi conseguenze sugli utenti e sulla perdita di numerosi posti di lavoro.
A tal proposito la FIALS sollecita la convocazione dell’incontro più volte richiesto sull’adeguamento delle tariffe.
Riteniamo, dunque, che ai cittadini lucani si debbano fornire risposte urgenti e concrete per rendere effettivo il diritto alla salute, costituzionalmente tutelato, e che la politica abbia l’obbligo morale, prima ancora di quello derivante dal mandato elettorale, di adoperarsi per l’interesse comune senza perseguire unicamente logiche partitocratiche e tutelando l’autonomia delle scelte politiche da ingerenze esterne al territorio, siano esse politiche o economiche, che considerano la Basilicata al pari di un lotto da aggiudicarsi.
Luciana Bellitti, segretaria regionale Fials Basilicata.
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