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12/10/2021
Cambiamenti climatici: quello che non vi dicono |
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di Francesco Vespe |
Il martellamento mediatico riguardante i cambiamenti climatici è asfissiante, incessante, nauseabondo! Non c’è ormai telegiornale che non abbia in corpo un servizio sui cambiamenti climatici in atto. Perfino il cambiamento di tono delle corde vocali dell’upupa pare sia dovuto all’anidride carbonica! Sul banco degli imputati ? ma diamine! per Greta ed i suoi fan, che stanno imbastendo la farsa del pre-cop di Milano non ci sono dubbi: le emissioni antropiche del CO2! Però “Mo basta”! “M’aggia sfugà ngopp a sta cosa!” Questa gigantesca, pericolosissima pantomima cosmica contro il CO2 è a dir poco sospetto! Non dobbiamo mai dimenticare che la nascita della vita e la produzione dell’ossigeno deriva proprio dall’anidride carbonica. Il carbonio è il mattone della chimica organica e della vita sul nostro pianeta. Grazie alle emissioni di CO2 prodotte dalla rottura della crosta terrestre è stato possibile innescare e nutrire la vita sul nostro pianeta. In secondo luogo la scienza ci dice che il CO2 è il più debole fra i gas serra. Per esempio il Metano ha un potenziale di “global warming” (GWP) 28 volte superiore del CO2.
Il protossido di azoto addirittura 300 volte! Non ne parliamo degli alocarburi. Qualcuno dovrà pur spiegare che fra i gas serra, il vapor d’acqua la fa da padrona . Essa ha una concentrazione atmosferica dell’ 1% -ovvero un centinaio di volte superiore a quella del CO2- ed è il responsabile di almeno l’85% dell’effetto serra terrestre. E meno male! Un’altra realtà incontrovertibile è quella che i dati scientifici paleo-climatici dimostrano che è l’andamento della temperatura che condiziona la concentrazione di CO2 e non viceversa. Infine è incontrovertibile che il maggior fattore climatico sia proprio il Sole. Per quanto dobbiamo essere grati alla grande stabilità radiativa del Sole, primaria responsabile della nascita della vita sulla Terra, esso rimane una stella variabile. Il suo flusso ha un ciclo undecennale modulato dalla comparsa delle macchie solari. Non solo. Se si vanno a vedere i dati negli ultimi secoli si vede che il suo flusso è aumentato negli ultimi 80-100 anni. Un aumento del flusso in grado di produrre un aumento fino ad 1° della temperatura ai solstizi estivi. Queste sono le ragioni astrofisiche. Poi ci sono le cause astronomiche. Abbiamo diverse periodicità caratteristiche riguardanti il moto della Terra intorno al Sole. Un primo movimento è la precessione degli equinozi. La Terra ruota come una trottola alla quale è stato assestato un calcio. L’asse di rotazione non è stabile ma oscilla compiendo una rotazione completa ogni 26.000 anni circa. Un secondo movimento è quella dell’inclinazione (eclittica) del piano orbitale della Terra intorno al Sole. Esso varia da 22,5 a 24,5 gradi nel corso di 45.000 anni. Infine cambia anche l’orientamento dell’orbita terrestre in 21.000 anni.
La combinazione di tutti questi effetti astronomici ed astrofisici, giustificano i cicli di Milankovic di 100 e 400 mila anni che regolano le fasi di glaciazione e de-glaciazione della Terra. La stessa Groenlandia che raccoglie gran parte dei ghiacci nell’emisfero nord, significa terra verde. Vuol dire che in epoche precedenti era sgombra da ghiacci. Ora siamo in una fase di de-glaciazione da almeno 15 mila anni con brevi intervalli di inversione. Tutto questo ci dice che la temperatura si sta innalzando già per motivi naturali e che l’immissione in atmosfera del CO2 per ragioni antropiche non può essere spacciato per il fattore determinante del cambiamento climatico. Allora perché tutta questa gran cassa mediatica? Perché questa preoccupazione è diventato un mantra del “politicamente corretto” confezionata ad arte dall’ONU e recepito in modo sospettosamente acritico dall’Europa? Certamente quella della riduzione del CO2 antropico è l’unico contributo (marginale) che può dare l’uomo per la minimizzazione dei cambiamenti climatici. Ma le ragioni scientifiche finiscono qui. Questo martellamento mediatico ossessivo, nauseante ha piuttosto ragioni economiche! Siamo in una fase in cui il capitalismo occidentale, ormai alla canna del gas, per sopravvivere (lo spiega molto bene l’economista Nino Galloni), sta cercando di imporre una riconversione industriale “green” su scala globale. Una riconversione “green” che cerca di far pagare ai governi nazionali.
Temo che si stia facendo la corsa sulla ruota sbagliata. Gran parte del nostro eco-sistema è ormai fortemente antropizzato. La priorità non si può limitare soltanto alla minimizzazione degli impatti ambientali dovute alle attività antropiche, ma deve concentrarsi maggiormente sulla mitigazione degli effetti climatici sull’ecosistema umano. Il vero obiettivo non è quello di battere la gran cassa, come si sta facendo oggi, strumentalizzando gli incubi di Greta, per favorire consumi “green”, come per esempio, gli incentivi all’acquisto delle auto elettriche, ma pensare a soluzioni tecnologiche per salvare città come Venezia, Amsterdam, New York. Sono tutte città già “artificiali” che sarebbero già scomparse se non ci fosse stato l’uomo a proteggerle. In altri termini sarebbe opportuno che l’intervento e le risorse degli stati si concentrassero maggiormente sulla tutela dell’ecosistema umano e non fornire “assists” al capitalismo in agonia. Dispiace assistere melanconicamente ad una Chiesa che si sta adeguando a-criticamente alla crociata contro il CO2 lanciata dal “politicamente corretto”. Ma questo è un altro discorso. Lo scrivente è disposto sull’argomento a dare più approfonditi argomentazioni che non si possono ovviamente esaurire con un semplice breve articolo come questo.
Francesco Vespe
Direttore del Centro Studi Leone XIII di Matera
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